Caro diario, Amsterdam e la "sfortuna"


Ti è piaciuta Amsterdam? Non posso proprio dire di no però mi ha messo a dura prova,  un po' di sfortuna, il maltempo,  le biciclette... Non è come quando sono tornata da Londra che mi ci sarei trasferita il giorno stesso,  qui l'amore c'è stato ma non così travolgente.



Allora,  se Amsterdam fosse disabitata la amerei alla follia. Ma ogni passo qui è un'impresa,  una lotta contro tutti. (E io di passi in molto meno di tre giorni ne ho fatti 60.000).
Il nemico numero 1 sono le biciclette. Non hanno rispetto di niente e di nessuno,  non si fermano ai semafori e sono arrivata al punto di spaventarmi per una persona che mi è passata accanto con una valigia pensando fosse lo sferragliare di una bicicletta. A Copenhagen non è stato proprio così,  perché il traffico era meglio organizzato e i ciclisti rispettavano almeno i semafori.


Il secondo nemico sono i tram: comodissimi (e ci mancherebbe da quanto costano) ma molto spesso non ci sono semafori per attraversare la strada (e nemmeno strisce pedonali),  non si capisce se restano fermi o stanno partendo... Insomma prima di partire per Amsterdam accendete un cero che vi protegga da biciclette e tram e vi faccia trovare il punto giusto,  e il momento giusto,  per attraversare la strada.  E qui di strade,  stradine,  ponte e canali,  bisogna attraversarne continuamente.
La gente ha capito che la macchina è meglio lasciarla a casa perché non ci si potrebbe muovere in città se tutti usassero l'auto al posto di biciclette e tram.


Il terzo nemico sono però le auto che sono parcheggiate lungo i canali,  perché le lasciano anche a casa loro ma la casa non ha il garage e quindi sono tutte beate ai lati dei canali a rovinare le fotografie.  E poi non si può camminare lungo il canale perché è un parcheggio e non c'è nessuna protezione,  sul marciapiede (quando c'è)  vengono piazzate le biciclette attaccate ovunque, in qualsiasi posizione,  ammassate e frequentemente in mezzo al marciapiede in modo che se vuoi camminare devi andare in mezzo alla strada dove probabilmente ad investirti non sarà un'auto ma una ecologica bicicletta.


Il quarto è la sfortuna o il fatto che ad Amsterdam,  (il 28 gennaio con un vento freddo a 50 km/h)  non vendono più giubbotti invernali,  è vero che non ho una taglia modello ma sarei stata disposta a comprare anche un giubbino da uomo pur di non soffrire il freddo che ho patito dopo che il mio caldo giaccone mi si è rotto (come si può rompere un giubbino? Cercando di fare una fotografia in una posizione assurda,  fotografia che non è nemmeno riuscita ma la cerniera si è strappata).
La sfortuna ha poi deciso,  una volta trovato con Google,  i negozi di Mango,  in cui ero certa di trovare dei giacconi (perché a Valencia la settimana scorsa,  quando c'erano 17 gradi,  i negozi ne erano pieni) erano chiusi.  Non sbaglia mai Google Maps... A Amsterdam volevo mangiare le patatine fritte nel tal negozio,  chiuso,  i Pancake,  chiuso.  I negozi di Mango,  inesistenti.  E intanto a forza di cercare rischiavo che mi si rompessero anche le scarpe.
Ma non ho finito.  Il meteo non si può chiamare sfortuna,  quello si prende come viene,  se ti si rompono due ombrelli non è colpa del vento ma dei tuoi ombrelli di scarsa qualità e del fatto che quando piove e c'è vento si mette una mantella ma tu avevi portato una mantella rosa di tua figlia e avevi vergogna ad usarla e quindi hai preferito la pioggia!

I sette ponti dal canale Herengracht: per questa bruttissima foto ho rotto il giubbino
Il fatto che quattro dei quadri che desideravo vedere (ne volevo vedere particolarmente 20/25 su migliaia)  non ci fossero, quella è sfortuna.  E uno di questi è La stanza di Van Gogh che sono vent'anni che aspetto di vedere dal vivo.  Non c'è... È a Chicago ma torna a Giugno.  Ok,  lo aspetto qui. Che poi scrivetelo almeno sul sito che uno se lo aspetta... E i disegni? Boh...


Ma c'è un altro nemico e sono i turisti che probabilmente vengono qui solo per fumare nei coffee  shop e quindi non sanno come ammazzare il resto del tempo e comprano quegli orribili souvenir che mi chiedono come facciano ancora ad esistere e poi vai nei musei e non c’è così tanta gente ma le strade sono affollate.
Meglio per me che sono entrata per prima al Rijksmuseum e mi sono goduta i quadri come non mai.
Poi la gente è arrivata ma io stavo già uscendo e arrivavano sciamando e sciabordando come fossero al mercato...


E poi d’inverno Amsterdam è buia, ma buia davvero, pochissimi lampioni. I negozi chiudono abbastanza presto, i musei prestissimo, e tra i canali non gira nessuno. 

Infine mi si è rotta la sacca del bagaglio a mano e ho dovuto trasportarla in braccio come un neonato...

Damrak

Mi sa che sto invecchiando. 

Commenti

  1. Ahahah, sul finale mi hai fatto ridere tanto tanto tanto! :)
    Bellissimo tutto quanto, uno dei posti che vorrei vivere per qualche giorno ma che mi ha sempre un po' fatto dubitare... la tua sfortuna conferma che magari per ora non è il caso di tentare la sorte! :D

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    Risposte
    1. Cara Polepole, non farti frenare dai miei inconvenienti! Amsterdam è bellissima e vale la pena passarci qualche giorno, bisogna solo organizzarsi meglio per combattere il maltempo! Nel nord europa dicono che non esiste un cattivo tempo ma solo un abbigliamento sbagliato!
      Ti auguro di andarci presto e io spero di tornarci presto!

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