A occhi aperti: libro e mostra
Quando Mario Calabresi decide di scrivere un libro sembra che lo stia scrivendo per me: per quel che mi riguarda non sbaglia un colpo! Nonostante il lavoro di giornalista che svolge, nonostante abbia perso il padre in modo drammatico, nei suoi libri si respira sempre ottimismo e amore per la vita. In questo ultimo lavoro "A occhi aperti" si scopre anche la sua grande passione per la fotografia.
In "A occhi aperti" Mario Calabresi ci racconta, in modo semplice ed immediato, nonché sintetico, dieci grandi fotografi e soprattutto le loro grandi fotografie (che arricchiscono e completano il testo).
E fortunatamente ho avuto la possibilità di visitare la mostra che sarà presente a Torino, alla Venaria Reale, fino all' 8 Febbraio 2015. Avete tutto il tempo per visitarla e per godervi il magnifico scenario della reggia e del paese di Venaria che sono un ottimo contorno per questa mostra!
Io ho saputo visitarla così intensamente che mi si è impressa nella mente. Ci sono rimasta almeno due ore: ho guardato, osservato, ammirato, pensato, letto. E poi di nuovo. E poi ancora una volta per scegliere, faticosamente, una foto per ogni fotografo. E poi ancora un giro per salutare quelle fotografie. (Nella mostra ci sono ancora più fotografie che nel libro!)
Me la sono proprio "gustata" questa mostra, così come la splendida giornata di sole (dopo tanta pioggia, ci sono stata a settembre) che mi ha permesso di camminare a piedi nudi nel prato della Venaria Reale.
Ed ecco una carrellata delle fotografie che ho scelto, accompagnate da una piccola citazione presa dal testo di Mario Calabresi e presentate da un mio commento, spero di farvi venire tanta voglia di fare un giro a Torino!
Vi presento gli autori nell'ordine in cui sono raccontati nel libro, che non è lo stesso ordine della mostra. Ho pensato che il sottotitolo della mostra potrebbe essere "Ricordati che al mondo non esisti solo tu". Ma questo mondo sofferente ha una forza immensa, una speranza, a volte anche un sorriso per il fotografo.
Steve McCurry
Guardo quella luce che si accende in mezzo alle macerie di Herat, in Afghanistan e non riesco a staccarmi dalla potenza di questo filo di speranza.
"Le foto di Steve McCurry appaiono perfette: levigate, armoniose, serene, perfino positive, anche se raccontano di India o Afghanistan, anche se parlano di fame, inondazioni o tempeste di sabbia."
Josef Koudelka
Gl occhi di questi bambini, la loro innata curiosità davanti al capezzale del parente morto.
"L'esilio però ti fa due regali: il primo è che ti costringe a costruirti una nuova vita e ti dà la possibilità di farlo in un ambiente nuovo dove nessuno ti conosce e ha pregiudizi su di te, il secondo è che quando torni a vedere il tuo paese lo fai con occhi diversi."
Don McCullin
"La sua storia lo ha vaccinato e gli ha permesso di resistere, ma la sua storia lo ha anche condannato a continuare a cercare il dolore, creando quasi una dipendenza."
Elliot Erwitt
La linguaccia divertita di un soldato americano che si prepara alla guerra...
"Tutti possono avere una matita e un pezzo di carta, ma pochi sono i poeti"
Paul Fusco
Gli spettatori multicolore al passaggio del treno che trasporta il feretro di Bob Kennedy.
"L'uomo che rinunciò a fotografare Bob Kennedy da vivo, che abbassò l'obiettivo per timidezza e cortesia, sarebbe stato l'unico capace di raccontare il lungo addio che il polo americano gli tributò..."
Alex Webb
Questa foto mi ha colpito per la luce speciale e per quanto sono diversi e distratti gli spettatori sugli spalti di questo campo sportivo.
"Se vai in alcune zone del Messico, di Haiti o dei Caraibi, vedi che il colore fa parte della cultura e della società, mentre negli Stati Uniti serve per fare pubblicità."
Gabriele Basilico
Questo paesaggio sembra dipinto, si tratta di Le Tréport in Francia.
"L'azione fondamentale è lo sguardo: devo trovare la misura giusta tra me, l'occhio e lo spazio."
Abbas
Lo sguardo di questa donna velata vale più di qualsiasi parola.
"Poi scende da quell'aereo [Khomeini] e dal suo volto puoi capire dove andrà la Storia."
Paolo Pellegrin
E questa è la mia preferita. Non potevo smettere di guardarla. Si tratta di una famiglia palestinese in un campo profughi nel 2009 a Gaza. Mi stupisce come nei pochi metri di questa tenda sembra che tutti riescano a trovare un loro spazio, una loro intimità.
"ognuno fotografa come vede"
Sebastiao Salgado
Questa foto bisogna proprio vederla dal vivo, in grande formato, per restarne colpiti. Fotografa un campo profughi in Tanzania nel 1994.
"Anche quando sono stato nei campi profughi non ho fotografato gente povera o disperata, ma persone."
La prima foto sembra un presepe. In genere preferisco le foto in bianco e nero; hanno una forza che il colore uccide.
RispondiEliminaNon l'ho visto, ma approposito di fotografie, dovresti vedere "Il sale della terra".
Ti abbraccio
Francesca
Amo moltissimo Mario Calabresi e mi auguro di riuscire a vedere questa mostra, grazie ancora una volta per la dritta!
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