Moshi Moshi di Banana Yoshimoto

Questo romanzo è uno dei più recenti, l'ultimo tra quelli tradotti in italiano, di Banana Yoshimoto che, come avrete ormai capito, è un'autrice che amo molto.
"Anche se all'inizio ci si tiene qualcosa dentro, a un certo punto affiorerà in superficie in una forma diversa. La sola cosa che si possa fare è agire con cura, seriamente e con discrezione, lasciando perdere l'individualità e i pensieri troppo complicati."
Moshi moshi è in giapponese il nostro "Pronto?". Shimokitazawa è un quartiere di Tokyo ed è uno dei protagonisti di questa storia.
"In una giornata lo scorrere del tempo si allunga a dismisura poco prima del tramonto, dopodiché, una volta che il sole è calato, il ritmo riprende all'improvviso, non trovi?"
Moshi moshi è, secondo me, un po' ripetitivo. La protagonista deve superare il trauma della morte tragica del padre e sostenere anche sua madre in questo. 
"Non ti bastava la luce? Non potevi vivere soltanto del tepore della quotidianità?"
Come in tutti i romanzi di Banana Yoshimoto i protagonisti riescono ad arrivare alla serenità, all'accettazione e a guardare avanti.
"Era il momento di smetterla di compatirmi perché era accaduto tanto presto: era andata così e basta. Al mondo c'erano sicuramente persone a cui era successo di peggio. Tutt'a un tratto è accaduto qualcosa che nessuno poteva prevedere, facendomi perdere il controllo, ma questo può sempre succedere."
Sono queste le ragioni che mi fanno amare questa autrice, oltre al suo amore per il mare.
"Non ero né emozionata né nervosa, mi sentivo esattamente come quando ci si immerge nell'acqua alla temperatura perfetta. O quando ci si bagna in un mare tiepido, mentre si guarda il sole scendere lento all'orizzonte. Nell'acqua limpida del mare svanisce la stanchezza, le spalle si alleggeriscono, e si abbandona il corpo al ritmo delle onde, più rilassante di qualsiasi sorgente termale."

Titolo originale: Moshi moshi Shimokitazawa もしもし下北沢 (2010), traduzione di Gala Maria Follaco

Commenti

Post più popolari