Il colore viola di Alice Walker
"Il colore viola" di Alice Walker mi è piaciuto perché riesce a raccontare in modo semplice e colloquiale una storia di sofferenza e riesce a trasmettere al lettore ottimismo e speranza, invece che amarezza e rassegnazione.
Ma mi è piaciuto anche perché inserisce con naturalezza concetti filosofici e racconta anche una piccola parte di storia dell'Africa e della schiavitù.
Ognuno prende quello che crede da un libro (e sono curiosa di vedere cosa ne ha ricavato Steven Spielberg nel suo film) ma ne "Il colore viola" di Alice Walker ci sono molti ingredienti che non vanno dimenticati.
"Comunque, ho detto io, il Dio a cui scrivevo, il Dio che pregavo, è un uomo. E si comporta proprio come tutti gli altri uomini. Fatuo, indifferente e vile.
Se si degnasse di ascoltare le povere donne di colore, il mondo sarebbe un posto diverso, te lo dico io."
I personaggi sono straordinari: Celie, Netti, Shug, Sofia e tutte le donne che compaiono nella storia.
Non c'è pietismo in questo romanzo, c'è riscatto e passione.
L'ho divorato in ventiquattro ore e adesso mi dispiace che sia finito...
"Be', ho detto io, bisogna pur cominciare da qualche parte, quando si vuol migliorare, e tanto vale cominciare da se stessi, è più comodo."
Titolo originale: The Color Purple (1982), traduzione di Marisa Caramella
« Sei brutta, sei povera, sei negra, sei una donna: non sei niente di niente! »
RispondiEliminaMolto bello il film diretto da Steven Spielberg con protagonista una superlativa Whoopi Goldberg. Crudo, un vero e proprio pugno nello stomaco, ma molto bello.
Pace e benedizione
Julo d.
PS non ho letto il libro, solo visto il film
Del film parlo domani, due parole solo...
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