Il Giudizio
Per una serie di incomprensibili coincidenze mentre scrivevo il post "Le opinioni degli altri", mi è capitato di rileggere alcune ricerche di qualche anno fa sul tema del "giudizio" o del "pregiudizio" (ma anche del pettegolezzo). Come sempre non potevo non coinvolgere i lettori del mio blog nelle riflessioni su questo tema, ma affrontandolo in modo diverso.
Vorrei partire da questa "favoletta" che si accompagna bene con il consiglio illustre pubblicato qualche giorno fa, a cui segue una poesia di Tagore e poi un'altra storiella. Nella prima si evidenzia come a volte per capire gli altri è sufficiente vedere le cose dalla loro prospettiva, pensiero sostenuto dalla poesia di Tagore, mentre nella seconda si racconta come qualsiasi nostra scelta porti al giudizio degli altri, inevitabile ma anche assurdo.
Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco sulla stessa pianta, che era un salice. Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l'altro in basso su una biforcazione dei rami.
Dopo un po', il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta disse:
"Oh, come sono belle queste foglie verdi!".
Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato:
"Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!".
E quello di sopra, indispettito: "Tu sei cieco! Sono verdi!".
E l'altro dal basso con il becco in su: "Ci scommetto le piume della coda che sono bianche.
Tu non capisci nulla! Sei matto!".
Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione. L'altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all'altro, con le piume del collo arruffate per l'ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l'alto.
Il passerotto che veniva dall'alto emise un "oh" di meraviglia: "Guarda un po' che sono bianche!".
Disse però al suo amico: "Prova un po' a venire lassù dove stavo prima".
Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro:
"Guarda un po' che sono verdi".
"Oh, come sono belle queste foglie verdi!".
Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato:
"Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!".
E quello di sopra, indispettito: "Tu sei cieco! Sono verdi!".
E l'altro dal basso con il becco in su: "Ci scommetto le piume della coda che sono bianche.
Tu non capisci nulla! Sei matto!".
Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione. L'altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all'altro, con le piume del collo arruffate per l'ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l'alto.
Il passerotto che veniva dall'alto emise un "oh" di meraviglia: "Guarda un po' che sono bianche!".
Disse però al suo amico: "Prova un po' a venire lassù dove stavo prima".
Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro:
"Guarda un po' che sono verdi".
Non giudicare nessuno se prima non hai camminato un'ora nelle sue scarpe.
“Non giudicare.
Dove tu vivi è soltanto un piccolo angolo di questa terra.
Per quanto giungano lontani i tuoi occhi,
essi racchiudono poco;
al poco che odi
aggiungi la tua voce.
Con cura tu conservi da parte
bene e male, nero e bianco.
Invano tu tracci una linea per segnare il limite.
Che importa se alcuni uomini sono buoni ed altri non lo sono?
Sono tutti viaggiatori nella medesima strada.
Non giudicare.
Ahimè il tempo vola via,
e ogni parola è vana.”
Per quanto giungano lontani i tuoi occhi,
essi racchiudono poco;
al poco che odi
aggiungi la tua voce.
Con cura tu conservi da parte
bene e male, nero e bianco.
Invano tu tracci una linea per segnare il limite.
Che importa se alcuni uomini sono buoni ed altri non lo sono?
Sono tutti viaggiatori nella medesima strada.
Non giudicare.
Ahimè il tempo vola via,
e ogni parola è vana.”
C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: "guardate quel ragazzo quanto è maleducato... lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano"
Allora la moglie disse a suo marito: "non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio."
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino. Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: "guardate che
svergognato quel tipo... lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa." Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: "Pover'uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull'asino e povero figlio chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!
Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta. gli spaccheranno la schiena!
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.
Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!
Quanta saggezza e quanta verità sono contenuti in questa poesia e nei due racconti!
RispondiEliminaIl racconto della famiglia e dell'asino mi ha fatto ridere di gusto, perché in realtà succede proprio così, non possiamo pensare di mettere d'accordo tutti e trascurare ciò che per noi è meglio e ci riallacciamo al discorso del tuo post precedente: se dovessimo ascoltare sempre tutti...
Mi fa anche pensare che molti spacciano il loro semplice punto di vista per verità assoluta, non avendo l'umiltà di ammettere che è solo la loro opinione e dimenticano che il silenzio è d'oro!
A presto
Bello! :) Mio padre da quando è in pensione si è messo per gioco a scrivere storielle in rima...molto sul genere vecchio "Corriere dei Piccoli"! Una delle ultime è proprio questa storiella dell'asino, solo che non ha messo una famiglia con l'asinello, ma San Francesco con un altro fraticello! Dice che è una storiella che spiega perché i frati Francescani vanno sempre a piedi! :D
RispondiElimina...devo proprio decidermi ad illustrarla un giorno o l'altro! :)
per anni mi sono crucciata per i giudizi altrui, ma da tempo non mi interessa più nulla di quello che dicono o non dicono ,faccio cio che mi sento di fare, con l'attenzione di non offendere e far del male agli altri, come dice bene la storia dell'asino fai come fai c'è sempre qualcuna che ha da ridire,Gio
RispondiEliminaIn un mio commento al tuo post precedente che è andato perso per la rete, citavo proprio la storiella dell'asino che ricordo era nel mio libro di lettura delle elementari. Mi ha insegnato ad infischiarmene di quello che dice la gente, tanto ci sarà sempre qualcuno che trova qualcosa da ridire e da criticare.
RispondiEliminaPace e benedizione
Julo d.
PS: ma il proverbio dei nativi americani non era "non giudicare qualcuno se prima non hai camminato un mese nei suoi mocassini"?
la favola degli uccelli mi ha davvero toccata.. è proprio vero che bisogna sempre pensare dal punto di vista degli altri
RispondiEliminaLa FEDe =^.^=
Quanto sarebbe bello che nella realtà bastasse spostarsi su di un altro ramo per poter cogliere la prospettiva altrui. Il fatto è che ci sono esperienze uniche e irripetibili per ognuno, che combinandosi formano una sensibilità unica. Però possiamo sempre tentare con l'approssimazione e sempre con tanto tanto rispetto .Anche perché non possiamo impedirci di farci un'idea su quanto osserviamo, è così che impariamo qualunque cosa fin da piccoli.
RispondiEliminaGrazie per il benvenuto e... sono una femminuccia :-)
Anche a me credo non piacerebbe vivere in "assenza di giudizio"...Torno in argomento...
EliminaCiao! Che bello questo blog...mi sa che torno a trovarti. La storia dell'asino è drammaticamente realistica. Come la fai la sbagli...!
RispondiEliminaGrazie! Benvenuta!
Eliminacredo che spesso si giudica in base alla propria esperienza che a volte è limitata e si rieschia di non essere obiettivi, bello l'esempio dei passeri sui rami è esplicativo
RispondiEliminaNon sempre è facile mettersi nei panni degli altri e il giudizio è quasi automatico anche quando non è dato in malafede. A volte sembra impossibile capire certi punti di vista e certe prese di posizione: forse in quei momenti è opportuno rispettare quello che l'altro afferma anche se non lo si condivide.
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