Sotto cieli noncuranti - Benedetta Cibrario (2010)


"Sotto cieli noncuranti" è un bel romanzo e Benedetta Cibrario mi piace molto. Accadono cose tristi in questo romanzo e per un attimo sono stata tentata di abbandonarlo perché di cose tristi ne accadono già a sufficienza nella realtà e, solitamente, non amo leggerle nei romanzi però il modo di raccontare di Benedetta Cibrario è veramente accattivante e quel continuare a cambiare punto di vista, insieme anche allo stile di scrittura, mi ha conquistato e costretto a terminare la lettura; non è stato un male perché anche nelle cose tristi si scorge la speranza che spesso, inevitabilmente, viene proprio dai bambini.
Cosa ha voluto dire Benedetta Cibrario con questo romanzo? Me lo sono chiesta perché infondo mi pongo sempre questa domanda, sono convinta che si abbia sempre qualcosa da dire. Mi sono anche chiesta perché ho iniziato a leggere questo romanzo proprio in questo determinato giorno, senza conoscerne la trama, e perché la trama ricordava
drammaticamente qualcosa successo realmente, proprio in quel giorno, proprio qui, nella realtà.
Benedetta Cibrario con
il suo splendido sorriso

Ancora una volta, quindi, ho avuto quel rapporto privilegiato con i libri, che mi aiutano a entrare nella realtà e a guardarla da altri punti di vista.
Io ho trovato alcune risposte in questa storia: a volte facciamo del male, del male incommensurabile, perché mettiamo noi stessi, quelli che crediamo i nostri diritti, prima di tutto, privi di lungimiranza e di una visione più ampia della vita che non riguardi solo noi. 
Mi sono piaciute tantissimo le due figure "più protagoniste" del romanzo: Matilde, la bambina di dodici anni, e Violaine.
In questo romanzo si sente anche l'amore dell'autrice per le sue terre d'origine, è nata a Torino, e per le montagne che la circondano. Il romanzo è infatti parzialmente ambientato in Val di Susa. 

"Ci vorrebbe un binocolo professionale anche per le cose che abbiamo in testa, cose che solo lì - di sicuro - anche se non riusciamo a ritrovarle. Sarebbe utile. Veramente." Matilde 
LA TRAMA - attenzione spoiler!
Sono parecchie storie che si intrecciano e si supportano, raccontate a volte in prima persona a volte dal narratore.
Pietro è un uomo d'affari che ha un'amante a Roma e una moglie e un figlio di tre anni a Torino. Prima di lasciare Roma per tornare a casa la vigilia di Natale litiga con l'amante. Torna a casa trova la moglie pietrificata davanti alla finestra e il figlio caduto da quel balcone...La moglie non parla non si capisce cosa possa essere successo. I magistrati devono decidere se indagare, viene incaricata dell'indagine una psicologa poliziotta Violaine che è convinta dell'innocenza della madre e che trova vari indizi ma verrà sollevata dall'incarico per un'antipatia da parte del suo superiore. Collabora con un magistrato che ha appena vissuto un evento tragico: la moglie è morta investita da un'auto. Giovanni Corias ha tre figlie: Caterina, Matilde e Beatrice, di sei anni. Matilde è una ragazza di dodici anni, ancora bambina per la sua età ma molto acuta ed intelligente, si sente responsabile del padre e delle sorelle e vorrebbe trovare una normalità anche in questo dolore. Ad aiutarli arriva Violaine che li invita in montagna, Rouilles in Val di Susa, dove è nata e cresciuta.
Anche se sollevata dall'incarico Violaine aiuterà Corias nell'indagine. La morte del bimbo è stato infatti un tragico incidente causato da una terribile telefonata dell'amante di Pietro a sua moglie Irene che è rimasta inebetita davanti al telefono mentre il figlio, estremamente vivace, ne ha approfittato per provare a volare...
Bellissima la figura di Violaine, la sua famiglia montanara così genuina, le montagne, la neve, le figlie di Corias così reali: Caterina la grande con i suoi mutismi adolescenziali, Beatrice piccola e vivace e Matilde, con le sue fisse e il suo immenso amore per gli altri.
Ne esce veramente male l'amante in questo romanzo: per il suo egoismo ha distrutto una famiglia, non voleva certo arrivare a tanto ma a volte non si può sapere quale è il prezzo da pagare per il proprio egoismo!

Commenti

  1. L'ho letto anch'io...è stata una scelta emozionale che si è rivelata speciale.E' piaciuto tanto anche a me...
    ^_____^

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  2. Sarà che conosco bene la Val di Susa, essendo spesso a Bardonecchia e perché sono originaria di Torino, sarà perché spoiler o no hai descritto molto bene il romanzo mi hai invogliato e leggerlo e lo farò quanto prima. Concordo molto profondamente con una tua frase che hai scritto e che cito:" ..a volte facciamo del male, del male incommensurabile, perché mettiamo noi stessi, quelli che crediamo i nostri diritti, prima di tutto..." il romanzo stesso dimostra come sia importante, a volte, saper fare un passo indietro e come possono nascere ineluttabili tragedie dal nostro egoismo.

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  3. Io della Cibrario ho letto "Rossovermiglio" e mi era piaciuto molto soprattutto lo stile dell'autrice... "Sotto cieli noncuranti" prima o poi lo leggerò sicuramente!
    Buon weekend,
    Betty

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