La giornata d'uno scrutatore - Italo Calvino (1963)
Durante le elezioni del 1953 Amerigo è chiamato a fare lo scrutatore al seggio per il suo partito, il Partito Comunista, in un luogo sicuramente insolito: il Cottolengo a Torino.
Il racconto segue la giornata dello scrutatore nel seggio, nella pausa a casa per pranzo, nel raccogliere i voti in corsia. Raccoglie soprattutto le sue riflessioni, i suoi pensieri che spaziano dalla politica, alla religione, dalla filosofia all'amore.
Italo Calvino ci ha messo dieci anni a scrivere questa storia che ha preso spunto da alcune sue esperienze che ha voluto poi concludere proprio per le elezioni, nel 1961, come scrutatore al Cottolengo. Ha dovuto però attendere che le immagini di quei giorni scemassero un po' nella sua memoria per riuscire a terminare il suo scritto.
Anche se sono solo poche pagine, 83, non è un testo facile né scorrevole. All'inizio per due intere pagine non mette punti. Il testo è poi infarcito di parentesi che, a me, facevano spesso perdere il filo del discorso.
"Amerigo, lui, aveva imparato che in politica i cambiamenti avvengono per vie lunghe e complicate, e non c'è da aspettarseli da un giorno all'altro, come per un giro di fortuna; anche per lui, come per tanti, farsi un'esperienza aveva voluto dire diventare un poco pessimista.
D'altro canto, c'era sempre la morale che bisognava continuare a fare quanto si può, giorno per giorno; nella politica come in tutto il resto della vita, per chi non è un balordo, contano quei due principi lì: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire."
"[...] e piano piano a invadere il campo era tornata l'ombra grigia dello Stato burocratico, uguale prima durante e dopo il fascismo, la vecchia separazione tra amministratori e amministrati."
Si sente che l'autore è stato in quei luoghi e che non può tollerare che quelle persone vengano utilizzate per raccogliere voti.
E' un libro che spero di rileggere in futuro, in un periodo in cui saprò apprezzarlo meglio, nella speranza che qualcosa sia cambiato nella società futura e di trovarlo quindi meno attuale.
"Non sapeva cosa avrebbe voluto: capiva solo quant'era distante, lui come tutti, dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere."
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