La storia di Marva Collins
Qualche sera fa abbiamo visto un film del 1981 con un giovanissimo Morgan Freeman che interpretava il fiducioso marito della protagonista. Siccome si tratta di una storia vera non ho potuto non fare alcune ricerche in internet per approfondire l'argomento.
Marva Collins è un'insegnante americana che ad un certo punto stanca della burocrazia e del poco interesse della scuola in cui insegnava ha deciso di fondare una sua scuola.
E' riuscita a portare a ottimi livelli anche bambini "scartati" dalle altre scuole, bambini che a nove anni non sapevano ancora leggere e scrivere.
Tutto questo con decisione ma tanto amore, senza usare violenza (nei gesti e nelle parole) ma cercando di stimolare i suoi alunni alla voglia di imparare.
Insegnava loro come ragionare con la propria testa, come essere liberi, insegnava il potere delle parole.
Nel film c'è una frase "se l'insegnamento va bene, anche il mondo va bene" che è tutto dire al giorno d'oggi nella nostra povera Italia.
Marva Collins, dal suo sito www.marvacollins.com, dice che il suo programma educativo si basa sul metodo socratico o di insegnamento diretto. Intende un sistema di domande e risposte, basato sull'analisi logica per cui il bambino sviluppa un'ottima capacità di ragionamento.
Come dicevo, lo scopo dell'insegnamento, secondo Marva Collins, non è solo quello di trasmettere delle nozioni ma quello di insegnare all'alunno il ragionamento, di insegnare a pensare e di incoraggiarlo a farlo.
La capacità di ragionare, infatti, sopravviverà più a lungo della nozione appresa.
Il lavoro di Marva Collins si sviluppa tramite letture sulle quali ci si porranno continuamente delle domande, al termine i ragazzi scriveranno un loro testo di analisi di ciò che hanno letto.
Inoltre l'insegnamento è specifico per ogni bambino e stimola ognuno di loro a dare il massimo che possono dare singolarmente.
Il film è semplice, datato, ma sicuramente spiega la determinazione di questa donna, l'appoggio della sua famiglia e le difficoltà affrontate per diffondere la sua scuola.
Se avete l'occasione, vi invito a vederlo per riflettere sulla nostra scuola.
Anche se chi mi legge riflette e soffre già molto per quello che succede anno dopo anno, "riforma" dopo "riforma".
Anche se in effetti la parola riforma è un po' ambigua. Leggo sul dizionario etimologico che proviene da formare con -re che indica un movimento inverso. Mi risulta infatti che originariamente questa parola significasse proprio un tornare indietro, alle origini.
Forse l'attuale governo sta tornando più indietro possibile.
Marva Collins è un'insegnante americana che ad un certo punto stanca della burocrazia e del poco interesse della scuola in cui insegnava ha deciso di fondare una sua scuola.
E' riuscita a portare a ottimi livelli anche bambini "scartati" dalle altre scuole, bambini che a nove anni non sapevano ancora leggere e scrivere.
Tutto questo con decisione ma tanto amore, senza usare violenza (nei gesti e nelle parole) ma cercando di stimolare i suoi alunni alla voglia di imparare.
Insegnava loro come ragionare con la propria testa, come essere liberi, insegnava il potere delle parole.
Nel film c'è una frase "se l'insegnamento va bene, anche il mondo va bene" che è tutto dire al giorno d'oggi nella nostra povera Italia.
Marva Collins, dal suo sito www.marvacollins.com, dice che il suo programma educativo si basa sul metodo socratico o di insegnamento diretto. Intende un sistema di domande e risposte, basato sull'analisi logica per cui il bambino sviluppa un'ottima capacità di ragionamento.
Come dicevo, lo scopo dell'insegnamento, secondo Marva Collins, non è solo quello di trasmettere delle nozioni ma quello di insegnare all'alunno il ragionamento, di insegnare a pensare e di incoraggiarlo a farlo.
La capacità di ragionare, infatti, sopravviverà più a lungo della nozione appresa.
Il lavoro di Marva Collins si sviluppa tramite letture sulle quali ci si porranno continuamente delle domande, al termine i ragazzi scriveranno un loro testo di analisi di ciò che hanno letto.
Inoltre l'insegnamento è specifico per ogni bambino e stimola ognuno di loro a dare il massimo che possono dare singolarmente.
Il film è semplice, datato, ma sicuramente spiega la determinazione di questa donna, l'appoggio della sua famiglia e le difficoltà affrontate per diffondere la sua scuola.
Se avete l'occasione, vi invito a vederlo per riflettere sulla nostra scuola.
Anche se chi mi legge riflette e soffre già molto per quello che succede anno dopo anno, "riforma" dopo "riforma".
Anche se in effetti la parola riforma è un po' ambigua. Leggo sul dizionario etimologico che proviene da formare con -re che indica un movimento inverso. Mi risulta infatti che originariamente questa parola significasse proprio un tornare indietro, alle origini.
Forse l'attuale governo sta tornando più indietro possibile.
Grazie per il consiglio, mi interessa molto l'argomento e mi piacciono questo genere di film.
RispondiEliminaE dalla mia esperienza personale posso dire che ci sono insegnanti ai quali non interessa spiegare perchè l'alunno posso capire per ragionamento.
Io sono diplonata ragioniera, il mio insegnante di ragioneria alla mia domanda: " Scusi, non ho capito mi potrebbe spiegare?" Io volevo infatti che mi si desse la possibilità di ragionare per capire.
La risposta è stata: " Non c'è niente da capire, da spiegare, è così e basta!"
Alle scuola superiori ho avuto più di un insegnate che veniva a scuola solo per arrotondare lo stipendio della libera professione che già praticavano altrove, non avevano nessun interesse a che capissimo o imparassimo quindi chi non ci "arrivava" alla prima battuta, come me, rimaneva indietro e con l'amaro in bocca.
Ho avuto invece altri insegnanti molto bravi che, con passione per l'insegnamento, mi hanno veramente trasmesso la capacità di ragionare che è sopravvissuta finora e molto più a lungo di tante nozioni senza un senso.
Grazie, sembra molto interessante...
RispondiEliminaCiao Alchemilla, ho trovato piu' volte i riferimenti di questa donna in libri e articoli nel corso degli anni, ma finalmente un post completo approfondito.
RispondiEliminaE' un invito alla riflessione, su una scuola che sembra voler far retrocedere le future generazioni.
Grazie Marilena
Mio papà era un insegnante. Un insegnante "convinto". Quindi non sai quanto capisco bene le intenzioni e la missione di questa donna. Lui non c'è più da tanti anni, e spesso penso a quanto soffrirebbe, se fosse ancora qui, nel vedere com'è la scuola oggi...
RispondiEliminaGrazie Alchy per questo post.
Tatti
Non conoscevo questa donna, grazie per la segnalazione. Purtroppo oggi alla scuola e all'istruzione si attribuisce un ruolo nozionistico, è molto bella la frase che citi tu "La capacità di ragionare, infatti, sopravviverà più a lungo della nozione appresa"
RispondiElimina. E' verissima, e richiede una dispendio di energie molto maggiore rispetto all'apprendimento di una nozione ... ma produce uomini e donne.
Adoro i film e i libri che parlano di scuola, quindi non me lo farò sfuggire. Poi quando le donne sono impegnate e costruttive, come la nostra protagonista, mi piacciono ancora di più.
RispondiEliminaSono felice che abbiate apprezzato.
RispondiEliminaBenvenute alle nuove lettrici!
Sono felice che abbiate apprezzato.
RispondiEliminaBenvenute alle nuove lettrici!
Ho visto l'anno scorso il film per la prima volta, l'ho registrato e regalato alle maestre di mia figlia consapevole che lo avrebbero apprezzato. Così è stato. Ho in mente quella bambina che non parlava ne leggeva spaventata dalla scuola precedente in cui era stata, con problemi di timidezza e con una madre che non si arrendeva all'idea che fosse ritardata. Ricordo il tema che alla fine dell'anno legge al padre, scettico riguardo al metodo d'insegnamento ed al caseggiato in cui si trovava la scuola, la soddisfazione di vedere la propria figlia leggere, creare pensieri e soprattutto sicura di sè. Quella scuola vogliono distruggerla con le attuali leggi, quasi smontarla pezzo a pezzo. Privilegiano le scuole private dove sono stata costretta a mandare mia figlia, consapevole di avere la possibilità economica per poter pagare una retta salata e permetterle di usufruire di metodi di insegnamento e una cura del dettaglio che fa la differenza.La personalità degli alunni viene stimolata a svilupparsi e pur non accadendo in tutte le scuole pubbliche nella maggiorparte non hanno le risorse per dedicarsi a tutto questo. Una mia collega di lavoro con il figlio dislessico ha optato per la stessa scuola di mia figlia ed ora quasi si commuove vedendo i progressi del figlio, come va a scuola volentieri, quando legge i suoi primi pensierini articolati correttamente e con una fantasia che non gli attribuiva come potenzialità espressiva. Rinuncerebbe anche al cibo per sè pur di continuare a fargli frequentare quell'oasi in un deserto di prospettive e di offerte. Quando ero piccola era tutto il contrario. Le scuole pubbliche italiane erano considerate le migliori d'Europa, venivano restaurate d'estate, ridipinte, c'erano fondi per la manutenzione e per fornire ai più indigenti il materiale scolastico. Ora i genitori devono portare la carta igienica, alcuni si improvvisano imbianchini il sabato mattina con il permesso della preside -è successo a Milano- Milena Gabanelli ha trattato l'argomento in uno splendido reportage la primavera scorsa. I fondi sono scarsi e non permettono alle presidi di avere materiale sufficiente per le attività manuali e pratiche. Soffitti che cadono a pezzi, bagni intasati non riparati, insegnanti che non sono di ruolo e cambiano annualmente, supplenti demotivati....di M. Collins ce ne vorrebbero una per ogni città o paese per compensare la politica distruttiva nei confronti della cultura e dell'educazione dei nostri figli, il futuro viene azzoppato in questo modo ucciso come si uccidono i cavalli. Se poi tocchiamo l'argomento teatro ed enti lirici c'è da tremare. I migliori attori di teatro ultimamente per guadagnarsi il pane vanno in televisione a recitare negli sceneggiati, nelle soap-opera all'italiana. Ho rivisto Carla Gravina e tanti altri più o meno giovani e ringrazio il cielo che dispongono di questa possibilità. In U.S.A. ho seri dubbi che nelle varie emittenti televisive attori di teatro o di cinema di quel livello si abbasserebbero a fare quello che fanno i nostri. I grandi attori fanno pubblicità questo sì ma hanno altre vie più dignitose per guadagnare e vivere. I nostri hanno dovuto chiedere la legge Bacchelli, credo si chiami così, per avere una pensione quando sono vecchi ed indigenti. Scuola, teatro, educazione, cultura ridotte a mendicare il necessario per rimanere in vita. L'orchestra della Rai di Torino non esiste più ed altre hanno problemi di sussistenza. Noi che abbiamo esportato musica, cantanti, musicisti, per secoli non siamo più in grado di goderne i benefici.
RispondiEliminaScusa l'imprecisione: non hanno chiuso l'orchestra Rai di Torino ma per risparmiare hanno fatto confluire in essa le orchestre Rai di Milano, Napoli e Roma. Claudio Abbado ne ha parlato in una puntata di Che Tempo che fa nel marzo scorso con F.Fazio.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione, sembra davvero interessante, non conoscevo questa donna...
RispondiEliminaMolto interessante, cercherò senz'altro di vederlo...
RispondiEliminaHugs
mi ispira molto, mi piacerebbe vedere il film...:)
RispondiEliminaNon conoscevo questa signora e mi hai fatto voglia di vedere questo film.
RispondiEliminaLo cercherò. Grazie!