La pedagogia della lumaca
Voglio rendere omaggio alla settimana dei diritti dei bambini anche se ritengo queste iniziative un po' fasulle, perché se ne parla tanto per una settimana ma poi non si fa niente in concreto. (Certo che la mia vena polemica non accenna a diminuire...).
E allora io vi copio un articolo interessante di Gianfranco Zavalloni, tratto dal libro "La pedagogia della lumaca".
L'ho copiato pari pari dal sito che è questo http://www.pedagogiadellalumaca.org/, in particolare qui.
Si può copiare dichiarando di farlo e mettendo i link? Se non si può ditemelo che lo tolgo subito!
Qui ci sono i diritti naturali dei bambini.
E allora io vi copio un articolo interessante di Gianfranco Zavalloni, tratto dal libro "La pedagogia della lumaca".
L'ho copiato pari pari dal sito che è questo http://www.pedagogiadellalumaca.org/, in particolare qui.
Si può copiare dichiarando di farlo e mettendo i link? Se non si può ditemelo che lo tolgo subito!
Qui ci sono i diritti naturali dei bambini.
la pedagogia della lumaca per una scuola lenta e nonviolenta |
fotocopie o disegni? DISEGNO CREATIVO O FOTOCOPIA RIPETITIVA - Il disegno è sicuramente uno dei primi linguaggi utilizzati dall’uomo. Pensiamo ai disegni realizzati 17.000 anni fa nelle grotte di Lascaux, in Francia. Oppure i “camuni”, cioè i graffiti sulle rocce della Val Camonica. Sono tracce di uomini che nella “preistoria” hanno marcato e segnato la “loro” storia. Pensiamo anche a quella forma originalissima di alfabeto “geroglifico” che ci è stato lasciato in eredità dagli antichi egizi. Le stupende stilizzazioni egizie di teste umane, animali vari, uccelli, piante e fiori... ci fanno assaporare contemporaneamente il gusto della scrittura e del disegno. Potremmo continuare e arrivare all’arte moderna, passando per le civiltà del prima e del dopo Cristo. La tradizione cristiana ci ha lasciato alcune forme di pittura che sono, nel contempo, la rappresentazione popolare della “parola di Dio”. Pensiamo alle immagini di Giotto nelle chiese di Assisi o ai mosaici delle basiliche ravennati. E questo solo restando ad alcuni esempi italiani. IL DISEGNO NELL’ESPERIENZA DEL BAMBINO - Ciò che accade nella storia degli uomini, accade nella storia di ogni singolo uomo. Se avessimo la pazienza di osservare un bambino dal primo anno di vita alla maturità, vedremmo ripercorrere nella sua esperienza rappresentativa l’esperienza dell’umanità. Scarabocchi, graffiti, cerchi, linee, croci, semplici icone... fino ad arrivare a un “di-segno” definito e preciso. E avremo così modo di capire che ogni bambino rappresenta la realtà in cui è immerso. Tutti i bimbi e le bimbe con cui ho lavorato in questi anni sono arrivati a ciò. Purtroppo quello che spesso accade nella scuola dell’obbligo è invece un processo inverso. Si passa da una capacità spontanea di rappresentare il nostro intorno e le nostre fantastiche proiezioni a una costrizione pittorica che uccide la voglia e il piacere di disegnare. E così la maggioranza degli adulti giunge ad allontanarsi dal disegno. Molte volte, durante corsi di formazione o aggiornamento, alla domanda rivolta agli insegnanti sulla loro abilità pittorica, rispondono in maniera lapidaria: “Non sono capace di disegnare”. Quando poi, spontaneamente, qualcuno di noi – da adulto – disegna qualcosa su un foglio di carta, poiché il livello di capacità rappresentativa è rimasta alla fase degli 11-13 anni, tenderà a riprodurre quei disegni che faceva da ragazzino. È così che anche in questo campo – purtroppo spesso grazie alla scuola – nasce una netta distinzione fra il “volgo” e il “tecnico”, fra la “gente comune” e gli “artisti”. FOTOCOPIE E SCHEDE, OVVERO LA MORTE DELL’ESPRESSIONE ARTISTICA - L’introduzione massiccia nelle scuole della fotocopiatrice e di quella che io definisco “didattica per schede” sta contribuendo all’annullamento delle capacità artistiche dei ragazzi. Oggi, fin dalla scuola d’infanzia, passando per le primarie, e giungendo alle secondarie, si fa un uso spropositato (direi quasi spregiudicato) delle fotocopie. Sono fotocopie di tutti i tipi: immagini in sequenza che devono essere ritagliate e ricomposte, disegni già fatti da colorare, testi da completare con la parola, il numero o la frase giusta. Quelli che un tempo erano divertenti giochi, come ad esempio un labirinto da percorrere con la matita o piccole aree puntate da colorare per ottenere un’immagine precisa, oggi sono divenuti una vera e propria ossessione dei bambini. Alcuni genitori mi hanno anche riferito dello stress subito dai figli quando anche al catechismo si sono ritrovati una scheda da colorare. Nella scheda fotocopiata da colorare c’è essenzialmente l’uccisione della creatività, soprattutto quando queste divengono gli unici momenti di espressione artistica del bambino. Dov’è finita l’originalità, la creatività, l’unicità? Chiunque ha a che fare con una scuola dell’infanzia capisce perfettamente se la strada che si sta percorrendo in quella scuola va nella direzione dell’assassinio della creatività: se c’è uno stress di questo genere. Basta osservare i prodotti artistici dei bambini appesi sui muri. Se ci troviamo di fronte a delle repliche, a delle clonazioni dello stesso disegno, è sicuro che lì esiste il pericolo dello stress da fotocopia. Alle scuole primarie questo si capisce soprattutto dai quaderni. Fatevi dare da alcuni bambini i loro quaderni e apriteli. Ci si accorge subito se in quella classe viene incentivata l’originalità dei bambini oppure si tende alla “pedagogia della fotocopia”. DISEGNARE IN MANIERA ORIGINALE - L’architetto, ecologista e artista Friedensreich Hundertwasser, nel 1949, a San Gimignano, dipinge I girasoli, un quadro volutamente realizzato in maniera semplice. Con quel dipinto vuol dimostrare (e ci riesce) che “tutti possono dipingere”. Èimportante porre i bambini e le bambine nelle condizioni di esprimersi al meglio, perché poi un giorno, anche da adulti, possano avere il piacere di dipingere. Per questo bisogna fare un’attenta ricerca sui materiali utilizzabili. Il supporto su cui si disegna, sia esso cartoncino, legno, tela, cartone o fogli di carta è fondamentale, come sono importanti gli strumenti e i materiali utilizzati nonché la loro qualità: gessetti, pastelli, carboncini, chine, tempere, acquerelli, acrilici, oli, matite, pennelli e pennini possono essere di qualità diversissime. Una buona attrezzatura costa sicuramente di più, ma se insegniamo ai bambini e alle bambini a curarla e conservarla bene, avranno sicuramente una durata non breve. Col tempo la scelta di materiali di qualità si rivela un risparmio, oltre a essere una maniera per incentivare “buoni risultati” nei lavori degli scolari. Anche per noi adulti è utile fare un itinerario d’avvicinamento al disegno. Aboliamo la gomma e il segno a matita che delimita il disegno e prendendo in mano qualsiasi strumento da disegno, lasciamo viaggiare liberamente la nostra mano. Non preoccupiamoci della resa. Se ci può essere d’aiuto pensiamo all’esperienza di grandi artisti che hanno ripercorso l’itinerario artistico dei bambini: Picasso, Mirò, Chagall, Kandinskj, Pollock, Baj… Passiamo per primi noi educatori e insegnanti attraverso quest’esperienza e scopriremo così quanto sia inutile dire a un bambino: “Dovevi disegnare così...; ma guarda che hai sbagliato il colore...”. Ci verrà poi spontaneo disegnare quanto ci è attorno: case, monti, fiumi, alberi, persone, tramonti, sogni. È il disegno dei luoghi di vita in cui siamo immersi. |
Zavalloni è il mio mito. Tutte le insegnanti di scuola elementare e tutti i genitori dovrebbero leggere il suo libro.
RispondiEliminaBeh... sono stra-onorato di questa presenza qui fra Voi!! Contento del link e appena posso ricambio nel mio sito. - Gianfranco Zavalloni
RispondiEliminaAh! Grazie...non me l'aspettavo.
RispondiEliminaOnorata io di questo messaggio!
Confermo tutto, parola per parola. Tra i miei figli, il caso culmine è Giorgio: fino all'asilo ha sempre amato fare disegni "astratti" a modo suo, disposizioni di colori e forme, a volte anche molto articolate. A me piacevano molto e lui chiaramente si appassionava a farli. Considera anche che in quel periodo era stato portato a molte mostre di arte contemporanea, quindi sapeva benissimo che esistono forme d'arte non figurativa.
RispondiEliminaPoi è arrivato il momento del colorare una figura dentro i bordi: Giorgio si annoia, le matite sono troppo lente, lui non ama dover essere preciso, inoltre calca molto... un disastro, viene rimproverato, ha voti bassi, non è scemo e quindi vede che altri sono più "bravi" e si demoralizza. Quest'attività è proposta al catechismo in maniera massiccia, a scuola, ecc... Lui perde ogni interesse anche per i disegni che faceva prima: semplicemente ha un rifiuto totale.
Quando ha cambiato scuola, invece, poco alla volta gli è tornato l'interesse per l'arte. La differenza è che la nuova maestra propone attività variando molto le tecniche (puntinato, sfumato, acquerelli, tempere...) e comunque propone sempre dei quadri d'autore da guardare e riprodurre, oppure racconta delle storie da illustrare... e magicamente mio figlio ha ritrovato l'interesse (magari una tecnica gli riesce più di un'altra, ma comunque è un lavoro interessante, creativo, che dà soddisfazione).
Grazie per la testimonianza che avvalora la tesi.
RispondiEliminaMi ci vengono le lacrime per l'emozione a leggere quello che sostengo da quando ha iniziato Giosuè la scuola! Per me l'impatto con le schede è stato un trauma. Le abbiamo odiate entrambi. Quest'anno che è in seconda, devo dire che le schede si sono massicciamente ridotte. La maestra di matematica è cambiata, usa far disegnare e scrivere tantissimo senza alcun uso di schede...e indovinate un po'?! Dei genitori sono subito andati a lamentarsi! Ebbene si! La cosa terribile è che la maggior parte dei genitori trova le schede comode, facili da capire rispetto a quando tuo figlio torna a casa e sul quaderno ha fatto un po' un pastrocchio, e devi decifrare l'esercizio da svolgere! Lo so bene io che non ho un bambino particolarmente in gamba nel disegno, e che ancora fa un po' di casini quando deve mettere tanti elementi in insiemi e sottoinsiemi! Però io sono felicissima dei suoi casini! Almeno adesso disegna e scrive, e i miglioramenti si vedono di giorno in giorno! :)
RispondiEliminaLa scuola è anche dei genitori, infatti...
RispondiEliminaFinalmente....sono molto interessata al vostro argomento ,sono un insegnante di artistica delle scuole medie e mi ritrovo a combattere contro un muro di bambini super stressati da fotocopie che arrivano alle scuole medie scarichi di idee e super convinti di non saper disegnare....grazie al percorso che facciamo in classe ripercorrendo la storia dell'arte, e tutte le tecniche acquisiscono sicurezza nel proprio tratto e fantasia nei materiali che spesso propongono, SPERO DI LASCIAR LORO MAGGIOR SICUREZZA e che capiscano che anche solo un segno significa aver lasciato una traccia nel mondo.. gggggggrazie continuerò a seguirvi
RispondiEliminaMi fa piacere che non tutti utilizzino fotocopie per insegnare l'arte e l'immagine ai bambini!
RispondiElimina