Cristo si è fermato a Eboli
AUTORE
Carlo Levi nasce a Torino nel 1902. Sviluppa presto la propria passione per la pittura.
Di famiglia benestante e illuminata viaggia in Italia e in Europa, soggiorna spesso a Parigi.
Studia medicina ma non esercita.
Tra il 1935 e il 1936 vive confinato in Lucania, prima trascorre un mese e mezzo a Grassano poi otto mesi ad Aliano (che nel libro chiamerà sempre Gagliano, secondo la pronuncia degli abitanti del posto). Questo periodo lo segna profondamente sia come uomo che come artista. Prosegue la sua lotta politica.Incontra e frequenta artisti e scrittori. Espone i suoi dipinti, scrive, e continua ad interessarsi della questioni contadina meridionale. E' attivo politicamente fino alla morte.
Levi è morto nel 1974 e, per sua volontà, è sepolto proprio ad Aliano.
LA TRAMA
Il libro parla proprio del periodo di confino di Carlo Levi, in particolare dei mesi trascorsi a Gagliano (Aliano) con riferimenti ai mesi precedenti a Grassano.
Parla delle condizioni di miseria in cui versano i contadini, della sfiducia verso lo Stato rappresentato da Roma, della rassegnazione, della staticità di tutto quanto.
Parla anche dell'ospitalità dei contadini, del loro affetto verso di lui, costretto ad esercitare come medico in un paese in cui c'era un totale disinteresse per la salute della gente.
LA MIA OPINIONE
Ci ho pensato molto in questi giorni, non so se il mio giudizio è viziato da un percorso di avvicinamento a questo libro che avevo più volte tentato di iniziare senza troppo impegno, ma credo di poter dire che sia uno dei libri più belli che abbia mai letto.
Oltre all'argomento che era di mio interesse, ho apprezzato anche lo stile di scrittura, le descrizioni e il cambio di registro utilizzato.
Mi ha colpito la visione d'insieme della miseria di quei paesi, una visione lucida, a tratti poetica ma angosciante.
Le descrizioni ti trasportano, senti il cado e il freddo, ti sembra di vedere il tramonto con i tuoi occhi.
Anche il modo di raccontare la Storia è incantevole, scorrevole ed intelligente.
Ma soprattutto la critica ardita e strutturata allo Stato, al sistema e al suo scostamento dall'individuo mi hanno spinto a leggere con attenzione, interesse e dedizione questo splendido libro, talmente attuale in certe affermazioni, anche se scritto nel 1945.
PAROLE DAL LIBRO
"Questa fraternità passiva, questo patire insieme, questa rassegnata, solidale, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale."
"Ma poiché il tempo e il lavoro in questi paesi non contano e non costano..."
"Era, come le bestie, uno spirito della terra; non aveva paura del tempo, né della fatica, né degli uomini."
"Questa Madonna nera è come la terra; può far tutto, distruggere e fiorire; ma non conosce nessuno, e svolge le sue stagioni secondo una sua volontà incomprensibile."
"Il contadino è quello di prima, come una pietra su cui sia passata per molto tempo l'acqua di un fiume in piena, e che il primo sole in pochi minuti riasciuga."
"Perché l'Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell'impiego."
"Tutti questi bambini avevano qualcosa di singolare; avevano qualcosa dell'animale e qualcosa dell'uomo adulto, come se, con la nascita, avessero raccolto già pronto un fardello di pazienza e di oscura consapevolezza del dolore."
IL FILM
Ero emozionata all'idea di vedere inscenati quei luoghi, quella gente, quelle idee. Anche di sentire quel modo di parlare che adoro.
Un vecchio film, 1979.
I personaggi sono interpretati da attori più vecchi rispetto a quanto mi aspettassi dal libro. In particolare Carlo Levi ai tempi del confino aveva solo 33 anni, mentre Gian Maria Volontè ai tempi del film aveva 46 anni ma ne dimostra anche qualcuno in più.
Sono riuscita ad apprezzare anche la lentezza del film, a soffermarmi sui panorami, sulle case, sui costumi. E' un film di episodi in cui vengono utilizzate le parole di Levi in parecchi dialoghi.
E' mia opinione che il film non sia mai all'altezza di un libro, un film non può contenere tutte le emozioni e gli approfondimenti di un testo.
LE FONTI
Tutte le foto e le informazioni sono tratte da questi siti:
http://ambrico.info/
http://www.centrodocumentazionescotellaro.org/index.asp
http://www.basilicata.cc/lucania/aliano/
http://www.aliano.it/aliano/galleria-fotografica.php
http://digilander.libero.it/clfanzine/Bresson1.htm
http://www.carlolevifondazione.it/
(continua)
Carlo Levi nasce a Torino nel 1902. Sviluppa presto la propria passione per la pittura.
Di famiglia benestante e illuminata viaggia in Italia e in Europa, soggiorna spesso a Parigi.
Studia medicina ma non esercita.
Tra il 1935 e il 1936 vive confinato in Lucania, prima trascorre un mese e mezzo a Grassano poi otto mesi ad Aliano (che nel libro chiamerà sempre Gagliano, secondo la pronuncia degli abitanti del posto). Questo periodo lo segna profondamente sia come uomo che come artista. Prosegue la sua lotta politica.Incontra e frequenta artisti e scrittori. Espone i suoi dipinti, scrive, e continua ad interessarsi della questioni contadina meridionale. E' attivo politicamente fino alla morte.
Levi è morto nel 1974 e, per sua volontà, è sepolto proprio ad Aliano.
LA TRAMA
Il libro parla proprio del periodo di confino di Carlo Levi, in particolare dei mesi trascorsi a Gagliano (Aliano) con riferimenti ai mesi precedenti a Grassano.
Parla delle condizioni di miseria in cui versano i contadini, della sfiducia verso lo Stato rappresentato da Roma, della rassegnazione, della staticità di tutto quanto.
Parla anche dell'ospitalità dei contadini, del loro affetto verso di lui, costretto ad esercitare come medico in un paese in cui c'era un totale disinteresse per la salute della gente.
LA MIA OPINIONE
Il capitano e le volpi - Carlo Levi |
Oltre all'argomento che era di mio interesse, ho apprezzato anche lo stile di scrittura, le descrizioni e il cambio di registro utilizzato.
Mi ha colpito la visione d'insieme della miseria di quei paesi, una visione lucida, a tratti poetica ma angosciante.
Carlo Levi '60, foto Mario Carbone |
Le descrizioni ti trasportano, senti il cado e il freddo, ti sembra di vedere il tramonto con i tuoi occhi.
Anche il modo di raccontare la Storia è incantevole, scorrevole ed intelligente.
Ma soprattutto la critica ardita e strutturata allo Stato, al sistema e al suo scostamento dall'individuo mi hanno spinto a leggere con attenzione, interesse e dedizione questo splendido libro, talmente attuale in certe affermazioni, anche se scritto nel 1945.
PAROLE DAL LIBRO
"Questa fraternità passiva, questo patire insieme, questa rassegnata, solidale, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale."
"Ma poiché il tempo e il lavoro in questi paesi non contano e non costano..."
"Era, come le bestie, uno spirito della terra; non aveva paura del tempo, né della fatica, né degli uomini."
"Questa Madonna nera è come la terra; può far tutto, distruggere e fiorire; ma non conosce nessuno, e svolge le sue stagioni secondo una sua volontà incomprensibile."
"Il contadino è quello di prima, come una pietra su cui sia passata per molto tempo l'acqua di un fiume in piena, e che il primo sole in pochi minuti riasciuga."
"Perché l'Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell'impiego."
"Tutti questi bambini avevano qualcosa di singolare; avevano qualcosa dell'animale e qualcosa dell'uomo adulto, come se, con la nascita, avessero raccolto già pronto un fardello di pazienza e di oscura consapevolezza del dolore."
Parte di Lucania '61 - Dipinto di Carlo Levi conservato presso il Museo di Palazzo Lanfranchi a Matera |
IL FILM
Ero emozionata all'idea di vedere inscenati quei luoghi, quella gente, quelle idee. Anche di sentire quel modo di parlare che adoro.
Un vecchio film, 1979.
I personaggi sono interpretati da attori più vecchi rispetto a quanto mi aspettassi dal libro. In particolare Carlo Levi ai tempi del confino aveva solo 33 anni, mentre Gian Maria Volontè ai tempi del film aveva 46 anni ma ne dimostra anche qualcuno in più.
Sono riuscita ad apprezzare anche la lentezza del film, a soffermarmi sui panorami, sulle case, sui costumi. E' un film di episodi in cui vengono utilizzate le parole di Levi in parecchi dialoghi.
E' mia opinione che il film non sia mai all'altezza di un libro, un film non può contenere tutte le emozioni e gli approfondimenti di un testo.
LE FONTI
Autoritratto |
http://ambrico.info/
http://www.centrodocumentazionescotellaro.org/index.asp
http://www.basilicata.cc/lucania/aliano/
http://www.aliano.it/aliano/galleria-fotografica.php
http://digilander.libero.it/clfanzine/Bresson1.htm
http://www.carlolevifondazione.it/
(continua)
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