Lettera al direttore
Non mi piace quello che vedo.
La falsità è molto diffusa. Ovunque. L'immagine è troppo importante. Sempre.
E' un continuo contraddire con le azioni le proprie esternazioni.
La volgarità è estesa ad ogni situazione.
La fregatura è sempre in agguato.
E dietro a qualcosa di apparentemente positivo c'è sfruttamento e dolore.
Troppi fenomeni sono costruiti a tavolino, troppe speranze sono finte realtà.
Mi sento molto inutile ed impotente. Anche piuttosto stupida per la mia pretesa di cambiare il mondo con i miei comportamenti.
Ma quale cambiamento? Siamo tante, sì magari tantissime, ma comunque siamo gocce, piccole, semplici e sperdute gocce.
Ho sempre vissuto mettendo al primo posto onestà, sincerità e lealtà. Non perché io sia speciale o aspiri alla santità, semplicemente perché ritengo che sia tutto più facile ed immediato, semplificato.
Schietezza e praticità mi sono sempre sembrate doti apprezzabili.
Non voglio togliere importanza alla confezione ma è il contenuto che io ho sempre pensato avesse valore.
Non sono mai stata particolarmente contro ai raccomandati, mi sembra un comportamento molto umano, paterno e materno, aprire la strada alla propria progenie.
Mi stupisce ogni giorno di più l'interesse verso i raccomandati e i figli di.
Celebrare un cognome, raccontare un cognome, esaltare chi possiede quel cognome.
Ci sono meravigliose storie da raccontare di gente senza cognome o con sconosciuti cognomi.
E io vorrei ascoltare ogni giorno una storia vera, vorrei sentire ogni giorno parlare di persone creative e con inventiva, nata dal loro cuore, dalla loro passione e dal loro lavoro. Senza il portafoglio del papà.
Non voglio più sentire parlare le mamme-star del loro meraviglioso rapporto con i figli, di come loro riescono a gestire perfettamente lavoro e carriera, e a continuare ad essere in perfetta forma e splendide amanti degli amati mariti, oppure dei nuovi amanti.
Perché come fanno loro a conciliare tutto questo così perfettamente restando lontane da casa molti mesi o portandosi i figli nei camerini, quando noi non riusciamo lavorando "solo" sei ore fuori casa o addirittura dentro casa?
Perché una donna separata è costretta a vivere di sensi di colpa se vuole dedicare un po' di tempo a se stessa per rifarsi una vita, e se non se li fa lei i sensi di colpa glieli fanno gli altri, o comunque i figli sono trascurati?
Perchè non mi raccontate queste storie?
Parlatemi pure di moda e bellezza ma raccontatemi che dietro c'è sacrificio, lavoro e rinunce, come dietro a tutte le costruzioni.
Oppure raccontatemi quello che volete ma non ditemi che voi siete a favore delle donne, che siete contro i senza talento, che è imporante lavorare e studiare per farsi un futuro. Non ditelo, abbiate questo pudore.
Raccontate le vostre storielle, le vostre fiction, mettete le vostre belle fotografie ma non proclamate dei valori che non avete.
Non prendeteci in giro.
(nella foto Maria Latella, direttore della rivista A, alla quale ho scritto parte di quello che c'è in questa lettera)
La falsità è molto diffusa. Ovunque. L'immagine è troppo importante. Sempre.
E' un continuo contraddire con le azioni le proprie esternazioni.
La volgarità è estesa ad ogni situazione.
La fregatura è sempre in agguato.
E dietro a qualcosa di apparentemente positivo c'è sfruttamento e dolore.
Troppi fenomeni sono costruiti a tavolino, troppe speranze sono finte realtà.
Ma quale cambiamento? Siamo tante, sì magari tantissime, ma comunque siamo gocce, piccole, semplici e sperdute gocce.
Io non ci sto molto bene in questo mondo, troppo spesso mi chiedo il motivo per il quale ho deciso di costringere altre due splendide vite, le mie figlie, a dover affrontarlo questo mondo.
Ma questo non è dovuto alle mie recenti inversioni di tendenza che potrebbero essere semplicemente nuove mode con dietro altrettante fregature.
Questo sentimento alberga dentro di me da sempre.Ho sempre vissuto mettendo al primo posto onestà, sincerità e lealtà. Non perché io sia speciale o aspiri alla santità, semplicemente perché ritengo che sia tutto più facile ed immediato, semplificato.
Schietezza e praticità mi sono sempre sembrate doti apprezzabili.
Non ho niente contro la bellezza, contro l'estetica o contro il lusso. Ma mi sembrerebbe che queste caratteristiche fossero la cornice della vita, non il dipinto, il significato.
Non sono mai stata particolarmente contro ai raccomandati, mi sembra un comportamento molto umano, paterno e materno, aprire la strada alla propria progenie.
Mi stupisce ogni giorno di più l'interesse verso i raccomandati e i figli di.
Celebrare un cognome, raccontare un cognome, esaltare chi possiede quel cognome.
Ci sono meravigliose storie da raccontare di gente senza cognome o con sconosciuti cognomi.
E io vorrei ascoltare ogni giorno una storia vera, vorrei sentire ogni giorno parlare di persone creative e con inventiva, nata dal loro cuore, dalla loro passione e dal loro lavoro. Senza il portafoglio del papà.
Non voglio più sentire parlare le mamme-star del loro meraviglioso rapporto con i figli, di come loro riescono a gestire perfettamente lavoro e carriera, e a continuare ad essere in perfetta forma e splendide amanti degli amati mariti, oppure dei nuovi amanti.
Perché come fanno loro a conciliare tutto questo così perfettamente restando lontane da casa molti mesi o portandosi i figli nei camerini, quando noi non riusciamo lavorando "solo" sei ore fuori casa o addirittura dentro casa?
Perché una donna separata è costretta a vivere di sensi di colpa se vuole dedicare un po' di tempo a se stessa per rifarsi una vita, e se non se li fa lei i sensi di colpa glieli fanno gli altri, o comunque i figli sono trascurati?
Perchè non mi raccontate queste storie?
Parlatemi pure di moda e bellezza ma raccontatemi che dietro c'è sacrificio, lavoro e rinunce, come dietro a tutte le costruzioni.
Oppure raccontatemi quello che volete ma non ditemi che voi siete a favore delle donne, che siete contro i senza talento, che è imporante lavorare e studiare per farsi un futuro. Non ditelo, abbiate questo pudore.
Raccontate le vostre storielle, le vostre fiction, mettete le vostre belle fotografie ma non proclamate dei valori che non avete.
Non prendeteci in giro.
(nella foto Maria Latella, direttore della rivista A, alla quale ho scritto parte di quello che c'è in questa lettera)
"Ho sempre vissuto mettendo al primo posto onestà, sincerità e lealtà"
RispondiElimina"E io vorrei ascoltare ogni giorno una storia vera"...
Condivido quanto dici, è molto vero e giusto. Ma non dobbiamo aspettrcelo dargli altri, siamo noi che dobbiamo fare quello in cui crediamo davvero con la testa alta sapendo che così stiamo meglio prima di tutto noi e poi di conseguenz anche chi sta con noi.
Un caro saluto
Giulia
Cara Alchemilla,
RispondiEliminami piace moltissimo questa lettera e la condivido. Non arrenderti perchè non sei sola. Ci sono tantissime persone come te, come noi, che stanno alzando la testa e si stanno cominciando a rendere conto di tante, tantissime cose.
Il mio ultimo post, che ti invito a leggere, parla dell'unione tra persone oneste... Tu parli di gocce che sembrano piccole e insignificanti, ma ricordati che il mare è fatto di gocce!!!
Insieme possiamo cambiare il mondo, ne sono convinta!!!
Un abbraccio
Francesca
il mare è fatto di gocce:o)))
RispondiEliminaalchemylla
Condivido, ma mi chiedo, chi ci costringe a leggere certe riviste? Io è da parecchio che non spendo più soldi per le riviste femminili. Cerco su Internet ciò che mi serve e poi trovo svariati blog (come il tuo per esempio) dove si leggono esperienze vere :)
RispondiEliminaun abbraccio
StefiB